Costa più essere a norma o risarcire il danno?

La tutela della salute in azienda passa anche attraverso la scelta di tavoli, sedie, accessori.
Parliamo di un argomento "marginale per i più": "la sedia".
Un argomento stupido? non tanto. Se non fossimo una nazione sopraffatta dal nuovo, falso stereotipo del "come diventare ricchi precocemente" sulla pelle degli altri, ormai cavalcato a man bassa da tutti i media al punto che i tg pubblici arrivano a santificare organizzazioni come "amazon" quali salvatrori del mondo, scopriremmo che un buon 70% del mercato dei produttori di sedie non è a norma. Ma che significa "NORMA"? Le sedute da ufficio secondo quanto indicato nel decreto legislativo e nell'UNI EN 1335, devono rispondere a determinati criteri per potersi definire idonee a garantire la salute di chi per otto ore al giorno le adopera.
Parte prima - determinazione delle dimensioni
Parte seconda - requisiti di sicurezza
Parte terza - metodi di prova per la sicurezza
Il D.Lgs. 81/2008, definisce le norme per tutelare la salute in termini di prevenzione sia a livello fisico che mentale dei lavoratori. Il D.Lgs. 81/2008 nacque per sostituire la legge 626/94. In questo D.Lgs si parla di "responsabilità del datore di lavoro" per la tutela della salute dei dipendenti ma in quasi tutte le aziende quando si fanno acquisti di sedie si pensa esclusivamente al costo e guardando al prezzo più basso possibile.
Senza voler scendere nei dettagli dei vari decreti e varie leggi, ci preme sottolineare che i prodotti esposti in queste sezioni: mobili, sedie, bracci monitor, poggia piedi ed altro, sono tutti a norma di legge e garantiti da produttori italiani che costruiscono con criteri di sicurezza che superano quando stabilito dalle norme di legge.